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Il mio blog

Il trekking, per iniziare

Cercavo qualche consiglio per gite semplici, a piedi o in mountain-bike, ma non ne trovavo: gli altri blog raccontavano quasi sempre di gite da picnic della domenica, o di imprese titaniche con ore e giorni di cammino su sentieri impossibili. Non era ciò che cercavo: volevo qualcosa con una difficoltà intermedia ed ho iniziato a pensare che, come me, magari anche altri stavano cercando una via più… soft… per avvicinarsi alla montagna.

Quindi, ecco: un blog per raccontare le mie gite, che possono essere ripetute un po’ da tutti perché si può amare la montagna anche senza essere per forza come Walter Bonatti…

Ho suddiviso le gite per area geografica, ma le potete sfogliare anche tramite i tag (tipo: a piedi, in bici, facile, difficile, ecc…) e se vi va potete anche commentarle, dare consigli e raccontare le vostre varianti!

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Sansicario Alto Zona di Cesana Torinese

Il Fraiteve

Una gita piuttosto impegnativa per salire in cima al Monte Fraiteve, il “fratello minore” dello Chaberton.

Indice:

  • Il percorso
  • La salita
  • La discesa
  • Il clima
  • L’attrezzatura
  • Il tempo

Il percorso

Questa gita parte da Sansicario Alto e tutto il primo tratto coincide con la passeggiata verso Champlas Seguin (vedi articolo dedicato). Ma poi inizia il bello! Il percorso si mantiene sempre su mulattiera e descrive un grande “arco” per avvicinarsi al Fraiteve dal lato Sud-Ovest, ma ci sono molti altri sentieri che salgono per vie più dirette, molto spesso lungo le piste da sci.

La salita

Stabilito che il percorso fino a Champlas Seguin è piuttosto agevole e poco impegnativo, da qui in poi la situazione cambia e si susseguono diversi “strappi” a brevi raffiche. Infatti dal centro di Champlas Seguin bisogna imboccare la via a sinistra verso il lavatoio di pietra e proseguire diritto verso una strada che diventa subito molto ripida. A dire il vero, ci sarebbe anche un’altra strada, leggermente più lunga ma meno faticosa, che si riunisce a quella ripida di prima appena finito il primo “strappo”.

Proseguendo nel cammino la strada spiana leggermente, si inoltra in un boschetto e costeggia una piccola “valle incantata”.

La valle incantata, a lato della strada

Appena avuto il tempo di rifiatare un attimo, ecco che si affronta una curva verso destra, passando fra i resti del Forte Champlas (anche detto “Forte delle Vipere“) e di un altro rudere militare. La pendenza torna ad essere impegnativa e la strada prosegue passando vicino al ristorante Chalmettes ed infine arrivando alla Cornice Monterotta.

In questo punto panoramico si incrociano diverse strade: quella che prosegue verso Soleil Boeuf, quella che arriva da Sestriere passando dal Belvedere e quella che prosegue verso la cima del Fraiteve. Quest’ultima è la strada che ci interessa e, ovviamente, è anche la più ripida: da qui il percorso non spiana praticamente mai e continua a salire quasi senza sosta fino alla vetta! Lungo il cammino si incontra il punto di inizio del Sentiero Gelindo Bordin, un percorso ad anello che prende il nome dal grande maratoneta italiano, che si allenava proprio qui.

Il cartello di inizio del Sentiero Bordin

Più oltre la strada continua a salire imperterrita passando a fianco della Baita Mavie e dell’arrivo della sciovia Ski Lodge-Sellette. Ci sono quindi un paio di tornanti ed il percorso sbuca nella conca della seggiovia Roccia Rotonda, arrivando fino al Rifugio Martin. Appena un momento per rifiatare e poi la strada continua a salire, passando lungo le piste da sci e sotto gli skilift gemelli “Fraiteve”, per arrivare fino all’arrivo dello skilift “Rio Nero-Sansicario”. Qui c’è l’ultimo tornante e inizia la salita finale, che Vi porterà alla meritata vetta del Fraiteve!

La discesa

Il ritorno può prevedere diverse varianti. Per esempio:

Deviazione “Senbatsuru”

Una volta lasciata la conca della seggiovia “Roccia Rotonda”, in corrispondenza di uno dei tornanti si stacca un piccolo sentiero che oltrepassa un costone di roccia. Appena oltre questo costone ci sono i resti dell’arrivo di un vecchio skilift che partiva più o meno dalla Cornice Monterotta.

I resti dello skilift

Nella capanna del contrappeso qualcuno ha realizzato una bellissima ed inaspettata opera d’arte, fissando al muro una miriade di origami di gru (magari 1000, come nel racconto giapponese?)

Senbatsuru, le 1000 gru

Il sentiero, poi, non conduce oltre: bisogna tornare indietro sulla via principale.

Ritorno da Soleil Boeuf

Ci sono molti sentieri che da Sansicario Alto salgono sul Fraiteve. Uno di questi passa da Soleil Boeuf e per prenderlo sulla via del ritorno dovete scendere fino alla Cornice Monterotta. Da qui si seguono le indicazioni per Soleil Boeuf ed infine per Sansicario Alto.

Il clima

Vale quanto già detto per la gita allo Chaberton: siamo in alta montagna, quindi il clima può cambiare molto in fretta. Questa è una gita da fare solitamente in estate, ma data l’altitudine, le temperature possono cambiare improvvisamente, magari perché il cielo si è coperto, o per un capriccio del vento.

L’attrezzatura

La montagna ha le sue regole di sicurezza, che vanno rispettate: è necessario un equipaggiamento tecnico adatto, dagli scarponcini alla giacca antivento, dal cappello ai pantaloni (magari quelli con le cerniere al ginocchio, per staccare la parte bassa).

Il tempo

Ci sono 1000 metri tondi tondi di dislivello: mettete in conto di impiegare almeno 8 ore, circa 4 o 4.5 per salire ed il resto per scendere.

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Champlas Seguin Sansicario Alto Zona di Cesana Torinese

Da Sansicario Alto a Champlas Seguin

Avete mezza giornata di tempo e non troppa voglia di muovervi? Ecco una passeggiatina facile facile, che eventualmente potete “insaporire” con un paio di varianti.
Champlas Seguin è un piacevole paesino, che conta anche un paio di ristoranti ed un agriturismo. Tutto il percorso è in leggera salita, ma non ci sono strappi particolari e (se non c’è neve) non è necessario alcun equipaggiamento speciale: bastano una paio di scarpe da ginnastica comode e magari una borraccia.

L’andata

La partenza dalla piazzetta pedonale: sulla destra si vede la strada da seguire

Si parte dalla piazzetta pedonale di Sansicario Alto e si segue la stradina sterrata che inizia alla base delle piste, passa alle spalle dei residence sulla destra, costeggiando il bosco, e si dirige verso la partenza della seggiovia Ski Lodge-Sellette. Una volta arrivati qui, si prosegue nella stessa direzione verso l’arrivo dell’ovovia che sale da Cesana, distante poche decine di metri, su un sentiero che costeggia un ampio parcheggio. Sotto l’arrivo dell’ovovia c’è una ripida discesa: alla base di questa discesa il sentiero si allarga e ritorna ad essere una strada sterrata.
Da qui in poi non potete sbagliare: la stradina si inoltra nel bosco e dopo poco si incontra (sulla destra, un po’ più in basso) l’Olympic Center, una grande struttura ricettiva. Seguono una serie di curve nel fitto della vegetazione, ma non ci sono incroci o deviazioni fino a Champlas Seguin: solo boschi e prati!

L’arrivo a Champlas Seguin
Bousson e la Val di Thures, viste da Champlas Seguin (fai click per vedere la mappa)

Il ritorno

Potete ritornare facilmente seguendo lo stesso percorso dell’andata, oppure potete scegliere una di queste 2 varianti:

Variante 1: il laghetto del Biathlon

Appena si sbuca fuori dal bosco, dopo l’ultima curva subito prima di Champlas Seguin, il percorso si congiunge ad un’altra strada che proviene da destra: su questa strada c’è l’indicazione per il Monte Crouzore. Prendete questa strada e dopo poche decine di metri troverete un sentiero che scende bruscamente sulla destra: questo sentiero vi porterà prima alla partenza dello stadio olimpico di bob (sì, quello delle olimpiadi invernali 2006, ora abbandonato) e subito dopo ad un piccolo laghetto artificiale. Appena oltre c’è quello che resta della pista olimpica di Biathlon (in realtà è ritornato ad essere il semplice prato circondato da boschi che era prima…) e proseguendo sul sentiero giungerete direttamente all’Olympic Center già visto prima: dovrete solamente risalire il prato del golf per raggiungere la strada dell’andata.

Variante 2: il ritorno nel bosco

Questa variante è un po’ più impegnativa dell’altra, ma non troppo: è un gradevole sentiero che si snoda nei boschi, un poco più a monte del percorso dell’andata.
Arrivati a Champlas Seguin attraversate il paese ed oltrepassate la Cappella di Sant’Ippolito. Subito dopo prendete la strada che sale verso sinistra e proseguite fino al lavatoio in pietra. Girate ancora a sinistra e proseguite sempre dritto: dopo poco lascerete le case e vi inoltrerete di nuovo nel bosco. Qui il sentiero si snoda a mezza costa per un lungo tragitto: si attraversano torrenti e costoni, finché si arriva ad un bivio: continuando dritto l’indicazione è per Soleil Boeuf, mentre per tornare verso Sellette si prende la deviazione a sinistra, in forte discesa. Si prosegue nel fitto del bosco finché il sentiero si congiunge alla pista da sci “79 bassa” ed infine arriva alla partenza della seggiovia Ski Lodge-Sellette ed al percorso dell’andata.

Occasioni speciali

Questa escursione si può ripetere durante tutto l’anno, ma ogni stagione vi regalerà sensazioni diverse ed uniche!
In inverno vi immergerete nel silenzio religioso dei boschi: in questa stagione, poi, se c’è neve fresca è meglio essere attrezzati con un paio di racchette da neve e scarponcini impermeabili. In primavera ed in estate troverete riparo e refrigerio fra le fronde degli alberi e godrete dei profumi del bosco. Ma è probabilmente l’autunno la stagione più suggestiva: potrete godere dei colori unici dei larici che diventano “di fuoco” e del contrasto con gli abeti che restano verdi!

Gli alberi prendono fuoco!

Lo spettacolo del Monte Fraiteve ricoperto di larici che si colorano di arancio è impagabile e va visto di persona: nessun obiettivo può rendere perfettamente tutte le sfumature calde di questa vista magnifica!

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Chaberton Zona di Cesana Torinese

Il Forte dello Chaberton

Indice:

  • il Forte delle nuvole
  • i percorsi
  • la salita
  • il Forte
  • la discesa
  • il clima
  • l’attrezzatura
  • il tempo

Il Forte delle Nuvole

Il monte Chaberton è una superba piramide di roccia che si trova sul confine fra Italia e Francia, a chiusura di quel braccio della Valle di Susa che da Oulx porta a Cesana Torinese. Con i suoi 3130 metri di altitudine sovrasta l’abitato di Cesana che si trova proprio alle sue pendici, quasi 1800 metri più in basso. L’aspetto più notevole di questo monte è che non è sempre stato alto come adesso: fino alla fine del XIX secolo era 5 metri più alto, ma nel 1898 il Regio Esercito italiano iniziò i lavori per spianare la cima e costruire lassù un imponente forte, il “Forte delle Nuvole”, che difendesse l’accesso al Col du Montgenèvre ed alla Valle di Susa contro le incursioni provenienti dal lato francese. Se volete leggere tutta la struggente storia del “Forte più alto d’Europa”, potete trovarla qui, ma secondo il sito turismotorino.org c’è un detto che viene tramandato, che riassume bene il rispetto tributato questa montagna:

“Solo in pochi possono dare del ‘tu’ allo Chaberton e quei pochi non lo fanno”

I percorsi

Ma ora passiamo alla gita: è una di quelle “classiche” da fare in estate in questa zona e troverete sempre compagni di viaggio di moltissime nazionalità diverse. È molto suggestiva per tutti i luoghi che attraversa e per i panorami che offre. Ci sono 2 principali vie di accesso:

  • La prima è la vecchia e storica “strada militare di Val Morino” che parte da Fenils (una frazione che si incontra poco prima di Cesana), ma dal 2019 è interrotta da una frana in località Rio dell’Inferno a causa di un violento acquazzone. Quando si poteva percorrere, era una strada abbastanza semplice (fino al 1987 era anche carrabile), ma decisamente molto lunga e faticosa, perché in poco più di 13 km saliva di ben 1835 metri!
  • La seconda via è quella che che percorre il Vallon des Baisses (o Vallone di Rio Secco): si può prendere sia da Claviere (l’ultimo paese in territorio italiano sul Col du Montgenèvre) sia da Montgenèvre stesso, ma in ogni caso il dislivello è di circa 1300 metri. In questo articolo parlo di questa via.

La salita

La salita è impegnativa sia da Fenils, sia da Claviere o Montgenèvre, perché tanto l’avvicinamento al Colle dello Chaberton, quanto il tratto finale verso la cima sono molto ripidi e dopo i primi chilometri non c’è più vegetazione che vi protegga dal sole e dal vento.

Se partite da Claviere, potete lasciare l’auto in un parcheggio sterrato che si trova alla fine dell’abitato (andando verso la Francia) sulla destra ed un po’ più in alto della strada principale. Da qui potete seguire un sentiero ben tracciato ma a tratti ripido, che si snoda nel bosco e poi si ricongiunge alla strada sterrata che arriva da Montgenèvre.
Se, invece, partite da Montgenèvre, il parcheggio si trova seguendo una strada (poco) asfaltata che si stacca a destra dalla strada principale appena dopo il posto di frontiera francese. Da qui proseguite a piedi sulla strada che poco dopo diventa sterrata, si ricongiunge al sentiero proveniente da Claviere e si inoltra nel Vallons des Baisses. Per un buon tratto si cammina su un percorso piuttosto agevole e regolare: è chiuso al traffico, ma ogni tanto passano i Forestali o gli addetti alla manutenzione degli impianti sciistici che si trovano poco oltre. Infatti, dopo circa 3 km, si giunge alla partenza della seggiovia Rocher Rouge, che fa parte del comprensorio di Montgenèvre.

Qui la strada finisce e parte il sentiero che poco dopo inizia una delle salite più dure di questa gita. Ben presto ci si inoltra su una ripida ed aspra pietraia, che dal Vallon porta direttamente al Colle dello Chaberton, a quota 2690 metri: in appena 2 km di strada si sale di ben 560 metri! È un sentiero stretto e strapiombante, con un paio di passaggi impegnativi a cui fare attenzione, ma se in un momento di pausa vi voltate a guardare la valle sottostante, l’effetto WOW è garantito!

Una volta sul Colle, una pausa è d’obbligo. Il sentiero della pietraia giunge qui da Ovest e si ricongiunge alla strada militare di Val Morino che sale da Est. Da qui godrete di panorami indimenticabili, con la Valle di Susa verso Est, la valle di Briançon e le montagne del Delfinato verso Ovest e tutto intorno un paesaggio “lunare” di nuda roccia. C’è anche una foto panoramica con i nomi dei monti lì attorno.

Dal Colle parte la salita finale che conduce al Forte. È leggermente meno ripida della pietraia di prima, ma è comunque “tosta”: sale di 440 metri in poco più di 2 km e l’aria diventa sempre più sottile…
Anche qui siamo in mezzo ad una pietraia brulla e la mulattiera (che ormai è praticamente senza manutenzione dagli anni ’50) è stata spesso intaccata da frane ed in questi punti si stringe fino a diventare un sentiero. Lungo il percorso a zig-zag ci si imbatte nei resti di fortificazioni e recinzioni che difendevano il Forte e più si sale, più si capisce la fatica che sopportarono gli Alpini che costruirono quest’opera.

Il Forte

L’arrivo sulla spianata sommitale è liberatorio. Sarà per la soddisfazione dopo la fatica o per l’aria rarefatta, ma a me è venuta una gran voglia di ridere! Da qui godrete di una impagabile vista a 360° sulle montagne e le valli circostanti. Sulla cima si possono visitare i resti del Forte, con le sue 8 torri e le opere in caverna. Attenzione, però: la struttura è pericolante e formalmente inagibile e se la volete visitare, lo fate a vostro rischio e pericolo!! Fa impressione, però, vedere quanto sono grandi ed imponenti quelle torri in muratura, che viste dal fondovalle sembrano così piccole, e pensare che su quelle torri fossero montati cannoni lunghi quasi 8 metri…

La discesa

Non c’è molto da dire: si scende per la stessa strada da cui si è saliti, ma vi consiglio di non prendere la discesa “alla leggera”: scendere lungo le pietraie ed i ghiaioni può essere faticoso quanto pericoloso e tutto è complicato dal montare della fatica. Quindi, prendetevi il vostro tempo e non abbiate fretta di arrivare a valle!
Un consiglio: prima di scendere, stringete bene gli scarponcini. Eviterete che il piede “balli” dentro lo scarpone, provocando dolorose vesciche!

Il Clima

Siamo in alta montagna, quindi il clima può cambiare molto in fretta. Questa è una gita da fare solitamente in estate, ma data l’altitudine, le temperature possono cambiare improvvisamente, magari perché il cielo si è coperto, o per un capriccio del vento.

In ogni caso se non siete sicuri del meteo, meglio rimandare: non augurerei a nessuno di trovarsi esposto in mezzo ad una pietraia ripida, quando scoppia un temporale…

L’attrezzatura

Già che siamo in tema, parliamo dell’attrezzatura: ho visto persone salire fino in vetta con sneakers griffate, pantaloncini tipo costume da bagno, maglietta leggera e zaino quasi vuoto…
Ognuno è libero di attrezzarsi come vuole, ma personalmente preferisco essere preparato in maniera più “tecnica”, perché la montagna è bellissima, ma ha le sue regole. Quindi ecco il mio consiglio:

  • Scarponcini da trekking che proteggano anche la caviglia.
  • Pantaloni: vanno benissimo quelli lunghi con le cerniere alle ginocchia per staccare la parte inferiore della gamba. In alternativa, potete partire con quelli corti e portarvi nello zaino una tuta da indossare più tardi.
  • Maglia/maglietta: è utile vestirsi “a cipolla”, quindi con una maglietta sulla pelle ed una maglia/tuta/felpa/micropile più pesante sopra.
  • Giacca: è sufficiente un “k-way” contro il vento.
  • Cappello: molto utile quando sarete fuori dalla vegetazione con il sole a picco!
  • Zaino: portatevi ACQUA in buona quantità, perché non ci sono fontanelle lungo il cammino. La gita dura parecchie ore, quindi portate pranzo, spuntini energetici, ecc…
  • Molto utili anche occhiali da sole, crema solare, burro cacao, …

Il tempo

I più allenati possono completare la gita anche in 8 ore (4.5 per salire + 3.5 per scendere), ma per persone più “normali” direi di considerare almeno 9 o 10 ore (5 per salire, il resto per scendere). Quando l’ho fatta io, nella nostra compagnia c’erano anche bambini di 9 e 10 anni: ci abbiamo messo 10.5 ore, ma non abbiamo mai “forzato” il passo ed è andato tutto liscio!